I Venti dell’Inverno stanno arrivando

C’è del vero in questo, pensò Alayne, ma quella mattina era posseduta da un qualche demone della malizia, quindi gliene diede un assaggio a Ser Lyn. “Il lord mio padre dice che la nuova moglie di vostro fratello aspetta un bambino.”

Corbray le rivolse un’occhiataccia. “Lyonel si scusa. È rimasto a Casa del Cuore con la figlia del suo venditore ambulante, guardando la sua pancia gonfiarsi come se fosse il primo uomo che abbia mai messo incinta un fanciulla.”

Oh, questa è una ferita aperta, pensò Alayne. La prima moglie di Lyonel Corbray non gli aveva dato altro che un bambino fragile e malaticcio che morì in tenera età e durante tutti quegli anni Ser Lyn era rimasto l’erede di suo fratello. Quando la povera donna finalmente morì, comunque, Petyr Baelish si mise di mezzo e organizzò un nuovo matrimonio per Lord Corbray. La seconda Lady Corbray aveva sedici anni, la figlia di un ricco mercante di Città del Gabbiano, ma aveva con sé un’immensa dote e gli uomini dicevano che fosse una ragazza alta, robusta e in salute con un bel seno e fianchi buoni e ampi. E fertile anche, a quanto pare.

“Preghiamo tutti che la Madre dia a Lady Corbray un parto facile e un bambino in salute” disse Myranda.

Alayne non riuscì a trattenersi. Sorrise e disse “Mio padre è sempre felice di essere al servizio di uno dei leali vassalli di Lord Robert. Sono sicura che sarebbe contentissimo di organizzare un altro matrimonio per voi, Ser Lyn.”

“Che gentile.”  Le labbra di Corbray si ritirarono in qualcosa che doveva essere inteso come un sorriso, anche se diede i brividi ad Alayne. “Ma a che mi servono gli eredi quando non ho terre e a quanto pare non ne avrò mai, grazie al nostro Lord Protettore? No. Di’ a tuo padre che non ho bisogno di nessuna di queste cavalle da monta.”

Il veleno nella sua voce era così tangibile che per un momento Alayne quasi dimenticò che Lyn Corbray era in realtà il burattino di suo padre, comprato e pagato. O non lo era più? Forse, invece di essere l’uomo di Petyr che faceva finta di essere il nemico di Petyr, era in realtà il suo nemico che faceva finta di essere il suo uomo che faceva finta di essere il suo nemico.

Il solo pensarci era sufficiente a farle girare la testa. Alayne si girò di scatto dal cortile… e inciampò in un uomo basso, dal volto tagliente con un cespuglio di capelli rossi che era appena sbucato dietro di lei. La sua mano scattò e afferrò il suo braccio prima che potesse cadere. “Milady. Mi dispiace se vi ho colta di sorpresa.”

“La colpa è mia. Non avevo visto che eravate lì.”

“Noi topi siamo creature silenziose.” Ser Shadrich era così basso che lo si poteva scambiare per uno scudiero, ma la sua faccia era quella di un uomo più vecchio. Alayne notò molte leghe percorse nelle rughe agli angoli della sua bocca, vecchie battaglie nelle ferite dietro le orecchie e la durezza negli occhi che nessun ragazzo avrebbe potuto avere. Questo era un uomo adulto. Anche Randa lo superava in altezza, comunque.

“Proverete a prendere le ali anche voi?” disse la figlia di Royce.

“Un topo con le ali sarebbe una visione curiosa.”

“Forse proverete il combattimento in mischia, allora?” Suggerì Alayne. La mischia era un’aggiunta postuma, un contentino per tutti i fratelli, zii, padri e amici che avevano accompagnato i duellanti ai Cancelli della Luna per vederli vincere le loro ali d’argento, ma ci sarebbero stati dei premi per i campioni e una possibilità di vincere denaro.

“Una buona mischia è tutto ciò che un buon cavaliere può sperare, a meno che non inciampi in una borsa piena di draghi. Ma non è molto probabile, giusto?”

“Non credo. Ma ora dovreste scusarci, ser, dobbiamo trovare il lord mio padre.”

Dei corni risuonarono dalla cima delle mura. “Troppo tardi” disse Myranda. “Sono arrivati. Dovremmo fare gli onori di casa noi stesse.” Sorrise. “L’ultima che arriva alla porta deve sposare Uther Shett.”

Fecero una corsa, gettandosi a capofitto attraverso il cortile e attraverso le stalle, con le gonne svolazzanti, mentre i cavalieri e i servi le osservavano e i maiali e i polli si sparpagliavano davanti a loro. Era un comportamento molto poco da signora, ma Alayne si sentì ridere. Solo per un piccolo istante, mentre correva, dimenticò chi era e dove e si ritrovò a ricordare i giorni freddi e luminosi di Grande Inverno, quando correva per le vie della città con la sua amica Jeyne Poole, con Arya che le rincorreva per cercare di raggiungerle.

Nel tempo che impiegarono ad arrivare ai cancelli, entrambe erano rosse in viso e sporche di fango. Myranda aveva perso il mantello da qualche parte lungo la strada. Erano arrivate appena in tempo. La saracinesca era stata sollevata e una colonna di venti forti cavalieri vi stava transitando sotto. Alla loro testa, cavalcava Anya Waynwood, Lady di Querce di Ferro, altera e snella, i suoi capelli grigio-castani raccolti in uno scialle. Il suo mantello era di una verde lana pesante, orlato di pelliccia marrone e stretto al collo da una spilla niellata a forma di ruota spezzata del suo casato.

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