I Venti dell’Inverno stanno arrivando

“Sì” disse lei, “ma perché dev’essere così crudele? Mi ha chiamato la tua bastarda. Proprio nel cortile, di fronte a tutti.”

“Per quanto ne sa, è ciò che sei. Questa promessa di matrimonio non è mai stata una sua idea e Bronze Yohn senza alcun dubbio lo ha messo in guardia dalle mie macchinazioni. Tu sei mia figlia. Lui non si fida di te e crede che tu sia al di sotto di lui.”

“Beh, non lo sono. Può pensare di essere un grande cavaliere, ma Ser Lothor dice che è solo uno scudiero arrivista.”

Petyr le mise il braccio intorno alle spalle. “È così, è anche l’erede di Robert. Portare Harry qui è stato il primo passo verso il nostro piano, ma ora dobbiamo tenerlo qui e solo tu puoi farlo. Ha un debole per i bei visini e quale viso è più bello del tuo? Incantalo. Rapiscilo. Stregalo.”

“Non so come fare” disse miserabilmente.

“Oh, io penso che lo sai” disse Ditocorto, con uno di quei sorrisi che non raggiungono i suoi occhi. “Sarai la donna più bella in tutta la sala stasera, bella come lo era tua madre alla tua età. Non potrò sederti sul palco, ma avrai un posto d’onore sopra il sale e sotto un candelabro a muro. Il fuoco splenderà nei tuoi capelli, così che tutti vedranno il tuo bel volto. Tieni un buon cucchiaio a portata di mano per scacciare gli scudieri, dolcezza. Non vorrai quei giovanotti tra i piedi quando i cavalieri verranno intorno a te per chiedere il tuo favore.”

“Chi chiederebbe il favore di una bastarda?”

“Harry, se ha un briciolo dell’intelligenza che gli dei hanno dato a un’oca… ma non darglielo. Scegli qualche altro valoroso e da’ a lui il favore invece. Non vuoi apparire troppo impaziente.”

“No” disse Alayne.

“Lady Waynwood insisterà affinché Harry danzi con te, te lo prometto. Quella sarà la tua occasione. Sorridi al ragazzo. Toccalo quando parli. Provocalo, per destare il suo orgoglio. Se sembra reagire, digli che ti senti svenire e chiedigli di portarti fuori per respirare un po’ di aria fresca. Nessun cavaliere potrebbe rifiutare una simile richiesta da una bella damigella.”

“Sì” disse lei, “ma lui pensa che io sono una bastarda.”

“Una bellissima bastarda, e la figlia del Lord Protettore.” Petyr l’attirò a sé e la baciò su entrambe le guance. “La notte ti appartiene, dolcezza, ricordalo sempre.”

“Ci proverò, padre” disse.

Il banchetto si dimostrò essere tutto ciò che suo padre aveva promesso.

Furono servite sessantaquattro portate, in onore dei sessantaquattro duellanti che erano arrivati da così lontano per battersi per le ali d’argento davanti ai loro lord. Dai fiumi e dai laghi furono portati lucci, trote e salmoni, dai mari granchi, merluzzi e aringhe. C’erano anatre e capponi, pavoni con tutto il loro piumaggio e cigni in latte di mandorla. Maialini da latte furono serviti croccanti, con la mela in bocca, e tre bisonti enormi furono arrostiti interi sui focolari nel cortile del castello, dal momento che erano troppo grandi per passare per le porte delle cucine. Pagnotte riempivano le tavolate nella sala di Lord Nestor, e massicce ruote cariche di formaggio furono portate dalle cantine. Il burro era fresco di zangola e c’erano porri e carote, cipolle arrostite, barbabietole, rape, pastinache. Ma più di tutto, i cuochi di Lord Nestor prepararono una pietanza straordinaria, una torta di limone a forma di Lancia del Gigante, alta tre metri e mezzo e ornata con un Nido dell’Aquila fatto di zucchero.

Per me, pensò Alayne, mentre la torta veniva portata fuori. Anche Robin amava le torte di limone, ma solo dopo che lei gli aveva detto che erano le sue preferite. La torta aveva richiesto ogni limone nella Valle, ma Petyr aveva promesso che avrebbe mandato navi a Dorne per prenderne altri.

C’erano doni, ovviamente, doni magnifici. Ciascuno dei duellanti ricevette un mantello di tessuto d’argento e una spilla di pietra a forma di un paio d’ali di falco. Ai fratelli, ai padri e agli amici che erano venuti per guardarli giostrare furono dati pugnali di acciaio fine. Per le madri, le sorelle e le dame di compagnia c’erano bracciali di seta e merletti di Myr.

“Lord Nestor ha una mano generosa” Alayne sentì dire a Ser Edmund Breakstone. “Una mano generosa e un dito corto” replicò Lady Waynwood, con un cenno verso Petyr Baelish. Breakston non ci mise molto a capirne il significato. La vera fonte di tutta questa liberalità non era Lord Nestor, ma il Lord Protettore.

Quando l’ultima portata fu servita e consumata, le tavole furono sollevate dai trespoli per liberare il pavimento per il ballo e i musicisti furono fatti entrare.

“Non ci sono cantanti?” chiese Ben Coldwater.

“Il piccolo lord non può vederli” rispose Ser Lymond Lynderly. “Non dopo Marillion.”

“Ah… si tratta dell’uomo che ha ucciso Lady Lysa, giusto?”

Rispose Alayne. “Il suo canto piaceva moltissimo e lei gli dimostrò troppo favore, forse. Quando lei sposò mio padre, lui impazzi e la spinse fuori dalla Porta della Luna. Lord Robert odia il canto da allora. Ma è ancora affezionato alla musica.”

“Come me” disse Coldwater. Alzandosi, offrì la mano ad Alayne. “Mi concedete l’onore di questo ballo, milady?”

“Siete molto gentile” disse lei, mentre lui la conduceva sulla pista da ballo.

Era il suo primo partner della serata, ma non l’ultimo. Proprio come aveva promesso Petyr, i giovani cavalieri si affollarono intorno a lei, competendo per ottenerne il favore. Dopo Ben venne Andrew Tollett, il bel Ser Byron, Ser Morgarth dal naso rosso e Ser Shadrich il Topo Pazzo. Quindi Ser Albar Royce, il corpulento e noioso fratello di Myranda ed erede di Lord Nestor. Ballò con tutti e tre i Sunderland, nessuno dei quali aveva ragnatele fra le dita, anche se non poteva garantire per le dita dei piedi. Uther Shett sembrò generoso di viscidi complimenti mentre le pestava i piedi, ma Ser Targon il Mezzoselvaggio si dimostrò l’essenza della cortesia. Dopo di lui Ser Roland Waynwood la trascinò sulla pista e la fece ridere con commenti beffardi su metà dei cavalieri nella sala. Alayne finalmente ebbe pietà di lui e iniziò a chiacchierare felicemente, per risparmiargli l’imbarazzo. Quando la danza fu finita, lei si scusò e tornò al suo posto per bere un sorso di vino.

E a quel punto lui si alzò in piedi, Harry l’Erede in persona; alto, bello, severo. “Lady Alayne. Potrei accompagnarvi in questo ballo?”

Ci rifletté per un istante. “No. Non credo.”

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